Ritiratosi in una baracca in seguito a un trauma emotivo rimediato sul set di Dream, (nel corso delle riprese la protagonista ha rischiato di morire impiccata) l’ex stakanovista Kim Ki-duk (15 film in 13 anni netti) tenta di reagire al blocco creativo che lo attanaglia. Per dimostrare che è ancora un regista, gira un film in totale solitudine e assoluta economia di mezzi, puntando la videocamera contro se stesso e alzando il sipario sul suo teatrino interiore. Allo stesso tempo confessore, confesso e supervisore, Kim mette in scena i tre volti della propria interiorità: il vittimista piagnucoloso, l’inquisitore impietoso, l’osservatore disincantato. La camera, non usata con i normali schemi del documentario e dell’home movie, riprende lunghi e drammatici sfoghi del regista che giunge alla pessimistica conclusione che il nostro passaggio sulla terra non sia altro che una commistione di sadismo, masochismo e autoflagellazione. Vincitore della sezione Un Certain Regarda Cannes nel 2011.
Arirang
regia di KIM Ki-duk
Corea del Sud, 2011, 100
documentario, drammatico
Cast:
Kim Ki-duk
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